
Commedia grottesca, fantascienza
Vincitore di 4 premi Cèsar nel 1992 (miglior opera prima, sceneggiatura, montaggio, scenografia) Delicatessen è un film forte, spinto, fuori dalla norma. Lo possiamo intuire fin dalla locandina che ritrae un maiale legato davanti ad un vecchio muro crepato e rovinato. l'inizio del film riassume tutto: la violenza, il grottesco, e il senso di smarrimento che lo spettatore avrà durante la proiezione. La storia è ambientata in un luogo imprecisato, quasi surreale ed il regista si limita a mostrarci un condominio e la rete fognaria sottostante, quasi il mondo sia confinato dentro quello spazio angusto. Il cibo non esiste più e i pochi abitanti di quel luogo sono costretti a nutrirsi con una esigua quantità di ortaggi e cereali. Sembra anche che l'unica caratteristica sopravvissuta nella mente degli uomini sia una razionalissima follia che spinge i membri del condominio (afflitti e depressi, chi più chi meno) a sottostare alla macabra regola del direttore: ogni periodo un coinquilino verrà macellato e usato per sfamare la comunità. Il protagonista è un non-eroe che si innamora di una non-tipica fanciulla e il loro amore rasenta il ridicolo. In un andirivieni di situazioni al limite dell'humor nero il nostro protagonista riuscirà in una non voluta impresa, inconsciamente aspettata dal pubblico.
La splendida regia e la ancor più splendida fotografia rendono questo film un autentica opera d'arte (ricorda molto "Abbazia nel cinquecento" di Caspar David Friederich). Un film da vedere senza troppe pretese di cercare i canoni tradizionali dei film francesi.
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