venerdì 6 agosto 2010

IL PASTO NUDO

David Cronenberg
1991
Thriller

VOTO 7.5

« Hanno rubato la mia polvere per scarafaggi, qualcuno mi vuole incastrare. »



David Cronenberg è un regista complesso che ha costruito uno stile particolare noto come “estetica del corpo e della carne”, termine più o meno parafrasato. In poche parole si tratta di mostrare in ogni situazione descritta nei suoi film, dalla più quotidiana alla più surreale, l’aspetto “corporeo”e materiale. Secondo Cronenberg, infatti, il corpo è l’unico appiglio che ci tiene ancorati alla realtà. Ne “Il pasto nudo”, liberamente ispirato al romanzo omonimo del 1959 di William Burroughs, il corpo è protagonista.

La trama è complicata e Cronenberg gioca con lo spettatore che fino all’ultimo spera di trovarne chiarezza ma non sarà mai conscio del fatto che la trama non esiste. Il protagonista è uno scrittore che non riesce in alcun modo a finire il proprio romanzo, che rimane “senza storia” proprio come la non-trama del nostro film. Poco importa, in quanto ciò su cui ci si focalizza è il “materiale” il corpo del film, l’immagine: si tratta di una lunga sequenza di immagine assurde accostate a situazioni altrettanto assurde mascherate come quotidiane. Il film è, inoltre, ambientato in un era (forse gli anni 50?) di una New York trasandata in cui le abitazioni sono infestate da orrendi insetti ed il lavoro più diffuso è quello del disinfestatore. Il problema risiede nella polvere usata come insetticida che, se inalata, diventa una potente droga. L’uso di questa droga sul nostro protagonista lo porta ad incontrare l’altro protagonista: uno scarafaggio di un metro di lunghezza che diventerà una strana creatura aliena (dallo stereotipato aspetto degli alieni dipinti nei film anni 70) e che continuerà a trasformarsi in una macchina da scrivere. L’aspetto più curioso di questo assurdo personaggio è la sua capacità di parlare: dotato di una profonda e rassicurante voce da narratore, lo scarafaggio-alieno-macchina da scrivere convince il protagonista che un complotto è in atto su di lui e sull’intera società, ma non viene mai menzionato nulla in proposito. Il protagonista viene convinto a recarsi in un luogo chiamato Inter-zona. E’ qui che inizia la seconda parte del film in cui ogni aspetto razionale della prima parte viene completamente spazzato via e ci ritroviamo spettatori della mente del protagonista ormai in balia delle misteriose droghe in vendita nella esotica Inter-zona.

Da questo punto vengono a galla le tematiche del film (romanzo) quali la rovina a cui porta l’uso di droghe, l’omosessualità, il potere e il degrado che l’uomo è disposto a sopportare pur di ottenerlo ed un tema caro a Cronenberg: il tema del doppio (ricordiamo lo sdoppiamento del corpo e la necessaria unione in “La mosca”).

Nel misterioso luogo il protagonista si ritrova spettatore di misteriose mutazioni corporee in prossimità del più estremo atto di unione corporea, il sesso. L’atto sessuale viene però interrotto quando compiuto in modo normale mentre, invece, si realizza quando è omosessuale.

Il film si conclude e ci si accorge di non aver visto nulla e di aver visto tutto. La pellicola è infatti una macedonia di generi quali l’horror, lo spionaggio, la fantascienza, il thriller e il grottesco.

L’ottima regia e fotografia, completamente diverse nelle due parti del film, fanno da sfondo all’onirica vicenda a cui assiste l’incuriosito, confuso e divertito spettatore.

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