
Il film narra del più grande massacro degli ultimi 20 anni ed uno dei più grandi della storia, quello della razza Tutsi per mano della razza Hutu. Il film ruota intorno alla figura di Paul Rusesabagina cittadino di razza hudu, maritato con una donna tutsi, vice direttore dell’hotel.
Avendo lavorato precedentemente nell’hotel “Diplomat” ha buoni rapporti con gente di alto livello sociale, appartenenti anche aòòa poòizia o all’esercito delle Nazioni Unite. Su quest’ultimo sarà riposta la fiducia sulla salvaguardia dei tutzi. Gli hudu, infatti, spinti dalla propaganda dei loro leader ribelli, perseguitano e uccidono i cittadini tutzi.
Paul è ormai direttore dell’albergo dopo l’uccisione dell’ex direttore e usa l’edificio come rifugio per i tutzi, con l’aiuto della squadra belga delle nazioni unite. Incombono, qui, problemi politici e razziali: lo stato del Rwanda non è mai stato di interesse per alcuna superpotenza, racconta il capitano della squadra belga delle nazioni unite, per cui interromperanno tutti gli aiuti e il supporto ai tutzi. L’unica arma rimasta a paul sono i soldi e il telefono: corrompere la polizia e chiedere aiuto in europa. Dopo numerosi attentati, paul riesce aad ottenere l’aiuto richiesto e le nazioni unite intervenhono.
La parola chiave che caratterizza questa pellicola è “dignità”. In ogni momento, infatti, Pail tenta di mantenere tutta la sua dignità e compostezza, si lascia andare ad un pianto disperato solo quando si trova in privato nello spogliatoio e impedisce a chiunque di entrare per non mostrare la sua debolezza. Non solo la persona di Paul ma anche l’albergo deve mantenere la dignità, come ultimo desiderio del fondatore, come nascondiglio di fronte al nemico e come “piacere” di Paul. Anche la regia ha una profonda dignità, Terry George non si lascia mai andare e non mostra mai la violenza, la lascia intendere, non vediamo mai vermamente la sofferenza. Assistiamo, insomma, al lato umano della vicenda, lasciamo le immagini violente e disumane alla storia e ai media. Ciò che vediamo qui sono le persone, e il loro ruolo nella guerra e nel disordine.
E le persone hanno un prezzo, che può non essre pagato semplicemente con i soldi: “Se ad un uomo ricco e di potere regalo 10000 franchi…” afferma Paul, “lui me li restituisce dicendo che non saprebbe cosa farne, se, invece, gli regalo un costoso e famoso sigaro cubano lo accetta volentieri e mi ringrazia. Questo si chiama stile.” Infatti le persone che Paul dovrà corrompere passeranno dall’accettare denaro; una volta perso valore si passa alla birra; una volta arrivati alla crisi si passa ai viveri; infine si arriva ad accettare una “testimonianza” contro ad accuse irremovibili di crimini di guerra.
Ci si trova davanti ad un film maturo, un film di denuncia e fortemente simbolico contro la violenza razziale immotivata e irrazionale.
3 Nomination agli Oscar non rendono assolutamente giustizia.
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