mercoledì 8 settembre 2010

8 MILE

Curtis Hanson
2002
Drammatico, biografico, musicale

VOTO 6.5

« Ti sei mai chiesto quando arriva il momento in cui devi smettere di vivere lassù e cominciare a vivere quaggiù? »




È risaputo ormai che la commercialità di un artista porti l’industria cinematografica a tentare il “salto” proponendo un qualche cantante o personaggio televisivo, in voga in un certo periodo, all’interno di una qualche pellicola, quasi sempre scadente , scontata e, a tratti, bambinesca.

Nel 2002 fu il turno del rapper americano in un film semi-biografico che racconta le fasi della sua vita a Detroit fino alla sua gloriosa ascesa al successo.

Eminem ci lascia di stucco, ci mostra delle capacità di recitazione non prevista e a dir poco sbalorditive. Si tratta, d’altronde, della sua vita.

Il personaggio interpretato da Marshall Mathers è Jimmy Smith, per gli amici Rabbit, un giovane operaio in un industria automobilistica a Detroit; vive in una roulotte con la giovane figlia e la madre alcolizzata e drogata (interpretata da Michelle Pfeiffer). Rabbit sogna di diventare un rapper, ma nel periodo in cui si sviluppa la storia (1995) la musica Hip Hop era riservata esclusivamente ai neri.

Il film si apre con Rabbit davanti allo specchio di un bagno mentre qualcuno urla in modo ossessivo alla porta. In sottofondo si sentono i bassi di qualche canzone; dopo aver vomitato per la tensione Jimmy esce dal bagno sotto gli insulti di quelli che spazientiti aspettavano il loro turno e si fa spazio tra la folla di un night club per incontrare i suoi compagni. Deve partecipare ad una “battaglia di rap”, una sorta di duello sonoro tra aspiranti rapper che combattono a colpi di improvvisazioni ritmate su una base Hip Hop (capolavori celebri scelti dallo stesso Eminem). La battaglia fallisce, dopo la rovente performance dell'avversario Papa Doc, Jimmy rimane muto, non riesce a dire nulla e si allontana dal palco. Tutto ciò che verrà dopo saranno episodi della sua vita, che sembrano inseriti in modo "casuale" ed invece saranno lo spunto per la battaglia finale in cui

Niente male è l'interpretazione degli attori, tra cui si possono riconoscere altri rapper compagni di Eminem (come il Xzibit e il compagno deceduto Proof).

In una scena troviamo Eminem che cita e parodizza "Sweet Home Alabama" cantando "I'm living home in a trailer".

Ottima è la colonna sonora capeggiata dal singolo "Lose Yourself" in cui Eminem rappa in modo aggressivo su una base di chitarra pulita e pianoforte, che gli fecero vincere l'Oscar come miglior canzone.

Un film godibile tutto sommato, in alcuni punti forzato, forse Eminem è "troppo serio" ma comunque un buon film, senza troppe pretese.

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